Blog-apphopms-ristorazione-europea-e-l-introduzione-della-farina-di-grillo-domestico
Ristorazione

Ristorazione europea e l'introduzione della farina di grillo domestico


07/02/2023 Stefania Spoltore



Dopo anni di considerazioni, anche in Unione Europea è stato dato il via libera all’utilizzo e commercio della farina di grilli. Il nuovo regolamento dell’Unione europea è entrato in vigore il 24 gennaio 2023 e conferma l’immissione in commercio del grillo domestico (Acheta domesticus) come alimento da presentare in forma di farina e “parzialmente sgrassata”.


L’iter di approvazione del grillo domestico da parte della Commissione Europea era iniziato nel luglio 2020 e necessitava della valutazione dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. 

Dopo due lunghi anni di discussioni sia all’interno delle istituzioni, sia nel settore della ristorazione, l’EFSA ha adottato un parere scientifico positivo in merito alla sicurezza della polvere parzialmente sgrassata di grillo domestico, da oggi utilizzabile come nuovo alimento in cucina. 


Ad oggi solo una società è autorizzata a immettere sul mercato europeo questo nuovo alimento: la Cricket One, con un’autorizzazione valida a partire dal 24 gennaio e solo per un periodo di 5 anni.




Commercio e utilizzo della farina di grillo: cosa dicono i dati scientifici


L’International Platform of Insects for Food and Feed ha accolto il via libera delle autorità dell’Unione Europea e oltre alla farina di grillo si punta ad autorizzare anche la commercializzazione di formulazioni congelate e liofilizzate di un altro insetto:  il cosiddetto Alphitobius diaperinus, il verme minore della farina.


I dati scientifici raccolti fino ad oggi e contenuti nei fascicoli di domanda non possono essere utilizzati a vantaggio di altri richiedenti successivi per un periodo di 5 anni dall’ingresso in vigore del regolamento, previo il consenso della società Cricket One che possiede il brevetto in esclusiva.


Secondo questi dati, il consumo sul mercato di massa della polvere di grilli domestici parzialmente sgrassata è sicuro seppur nelle condizioni proposte dalla società e negli specifici livelli di utilizzo descritti nei fascicoli. La revisione del nuovo alimento è durata circa 3 anni. 


In realtà il grillo domestico non rappresenta una vera e propria novità nel regolamento europeo: il 1° luglio 2017 è entrato in vigore il regolamento UE 2017/893 che consente l’utilizzo di alcune specie per l’alimentazione acquatica, tra cui la mosca comune, il verme della farina gialla, il verme della farina minore, il grillo domestico, il grillo fasciato e il grillo campestre.


Dove e come mangiare gli insetti 


La notizia dell’utilizzo degli insetti come alimento quotidiano a destato molto scalpore nella cultura occidentale, seppur nel corso dei secoli sono stati utilizzati per la preparazione di alimenti di uso comune. 


Gli insetti possono essere cotti, trasformati in farina e macinati in polvere. Le loro proteine aggiungono sapore ai piatti tradizionali, al pane e possono essere utilizzate anche per le barrette energetiche. Lo dimostra il loro utilizzo nella cultura Medio Orientale, in paesi come Asia, Africa e in alcune zone dell’Oceania o dell’America. 


In Italia ad oggi si respira un’aria di forte resistenza anche nel settore della ristorazione. Un sondaggio della Ixè/Coldiretti vede solo il 24% della popolazione italiana coinvolta favorevole alla commercializzazione della farina di grilli. 


Non resta che aspettare quale sia la regione che può aprire uno spiraglio di approvazione. Dall’Alto Agide, Monika Walch, rappresentante degli agenti di commercio di Confesercenti Alto Adige, ha espresso un parere positivo riguardo l’utilizzo della farina di grillo considerato da lei stessa un’ottimo alimento dal sapore gustoso, simile alla nocciola, che si sposa perfettamente con i piatti più tradizionali. 


Il mondo della ristorazione si spacca a metà, tra esperti che si dicono favorevoli all’utilizzo della farina di grillo e più in generale degli insetti, altri invece continuano la loro visione di cucina tradizionale che rispetta la cultura territoriale. 

Lo chef Loris Caporizzi, ad esempio, ritiene che al giorno d’oggi è fondamentale "individuare fonti alimentari alternative” e che quest’azione non rappresenta una scelta ma una necessità.